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Trento, sabato 23 ottobre 2010
Relazione di Gianni TAMINO
su
BIOETICA
I grandi temi della vita dalla nascita alla morte leggi programma

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rassegna stampa

Trento, 24 ottobre 2010
Il docente universitario è stato ospite della Scuola Langer
«Bioetica, no ai dogmatismi»
Tamino: «Vita dal concepimento? Nessun fondamento biologico»

dal Corriere del Trentino di domenica 24 ottobre 2010

Il ruolo della bioetica nel dibattito sui grandi temi della vita, dalla nascita alla morte, è stato al centro dell’incontro organizzato ieri dalla Scuola di formazione politica e culturale «Alexander Langer», nella Sala rosa del palazzo della Regione di Trento. Relatore di eccezione il biologo Gianni Tamino, attualmente docente al corso di perfezionamento di bioetica dell’Università di Padova e deputato dal 1983 al 1992 nonché europarlamentare dal 1995 al 1999 per la lista dei Verdi. Il professor Tamino è partito da un’interessante excursus storico sulle origini della bioetica per arrivare ai delicati quesiti di più stretta attualità riguardo la linea di demarcazione tra morte e vita, l’eutanasia e il testamento biologico.

Quando si parla di bioetica a cosa ci si riferisce precisamente?
«La bioetica è una  disciplina recente  ma niente affatto a sé stante. Inizialmente si parlava di etica biomedica nel senso di una scienza che si preoccupa del futuro ambientale e delle generazioni a venire. Si tratta di una materia che non conosce verità assolute, perché la scienza è in continua evoluzione, ma è costantemente influenzata dalle nuove conoscenze tecnologiche e mediche che negli ultimi anni hanno fatto passi da gigante. L’approccio alla bioetica deve essere necessariamente multidisciplinare, evitando ogni dogmatismo di sorta al fine di partire da una base etica condivisa che favorisca il dialogo tra punti di vista differenti».

Qual è l’approccio del biologo di fronte al delicato tema della linea di demarcazione tra morte e vita?
«Per il biologo non ha senso parlare di inizio e fine della vita in quanto lo scienziato si occupa del mondo vivente, che non coincide affatto con la vita, che si presta a essere interpretata meglio dal filosofo. Per quanto riguarda l’origine della vita hanno avuto spazio le posizioni più disparate: all’interno della stessa chiesa cattolica San Tommaso riconosceva la vita a partire dalla terza settimana, mentre il cardinal Ratzinger dal momento del concepimento. Quest’ultima posizione però non ha alcun fondamento biologico».

E per quanto concerne lo spinoso dibattito su eutanasia e testamento biologico?
«Come per l’inizio della vita è assai difficile individuare il momento preciso della morte. Quale morte? Giuridicamente la morte è quella cerebrale che rende possibile il trapianto degli organi, ma la persona può essere tenuta in vita tramite macchinari fino all’espianto. Solo in alcuni Paesi è riconosciuto il diritto all’eutanasia, ma la cosa che ritengo inammissibile è l’eutanasia attiva decisa dallo Stato. Questa posizione sottintende un’ideologia assai pericolosa come lo Stato etico, che ha portato storicamente a fondamentalismi distruttivi. Io propenderei più per un’etica della responsabilità, come sostenuto da Hannah Arendt ne “La banalità del male”, che apre la porta a un positivo dibattito tra diverse posizioni».

Alexander Langer

Coordinatore:
Roberto
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Sede incontri:
TRENTO
SALA CONFERENZE
della FONDAZIONE
CARITRO
in Via Calepina 1
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Orario incontri :
ore 15 - 18.30

 

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